Recensioni

MAD SEASON-ABOVE
Dopo la scomparsa del grande Kurt Cobain, Seattle sembrava non avere più quella grande vitalità, invece è ritornata ad essere la madre della musica grunge, partorendo un super-gruppo formato da Mike McCready, chitarrista solista dei Pearl Jam, Laine Staley, cantante degli Alice in Chains, Barret Martin, bassista degli Screaming Trees, e John Baker Sounders, batterista blues che aveva già collaborato con Buddy Guy. Da canzoni come " River of deceit " e "I'm above " si ritrova il sound e degli Alice in Chains e dei Pearl Jam, ma con la novità che portanoM.McCready e J.B.Sounders, e quel tocco di blues che diversifica i Mad Season da gruppi già citati.
Above e un disco che fa provare nuove emozioni 'a chi lo ascolta, grazie alla voce di Laine Staley, che di emozione negli Alice in Chains, ne ha fatte scorrere a fiumi.
Ascoltate lo è non lo dimenticherete facilmente.
Marco Del Toro


MORPHINE-YES
sono solo in tre, ma riescono a creare un sound  incredibile, un misto tra jazz , blues e rock'n'roll, che cerca di colpire l'ascoltatore nell'emozione dell'impatto, è la cosa giuro, che vi farà subito scatenare.
Bisogna dire che la loro tecnica è sicuramente migliorata dai due dischi precedenti, ma sicuramente sono migliorati a livello di qualità della canzone, di cui Marck Sandman, bassista e cantante del gruppo, ha saputo. Diversificare una dall'altra.
Fin da Good, loro primo album, si nota una strana tecnica, che vede un quasi impossibile accordo tra sax e basso, ma forse è proprio questo il segreto del loro successo, che dia resi unici nel genere. Con Cure For Pain, è continuata poi l'evoluzione del gruppo, che va a cercare nelle basi del jazz e del blues, per comporre quel sound vitreo.
Per tutto ciò Yes pone le fondamenta per una definitiva affermazione dei Morphine.
Marco Del Toro


EMF-CHA CHA CHA
un giorno, nel lontano ottobre1990, questi cinque giovani ragazzi d'oltre manica pubblicano Umbelievable, un eccezionale singolo che, oltre ad essere apprezzato dalle prestigiose riviste settimanali inglesi NME e Melody Maker, catturare il grande pubblico. In breve tempo anche Smash Hits si accorse di loro e, quindi, iniziarono ad essere idolo attratti da tantissimi teenagers .Shoubert Dip, album di esordio sicuramente non privo di ingenuità diventò in breve tempo disco di platino, Umbelievable raggiunse la vetta delle charts americane, e di cinque retrovie e dichiararono ripetutamente di essere la band più grande di tutti i tempi e di non avere bisogno dei giornalisti inglesi che venivano da loro considerati un branco di snob presuntuosi. I temi principali presenti all'interno delle loro interviste erano, oltre alla solita critica alla stampa d'oltre manica, l'arte del del sesso fai da te e delle droghe. La band britannica si ritrovò ai vertici delle classifiche di mezzo mondo; isteria e fanatismo accompagnavano i loro concerti che loro erano sempre più arroganti, presuntuosi e malati di protagonismo. In Inghilterra anche giornale scandalistico ci impazziscono per le loro storie di droga, sesso ed alcool e, il loro nome (ecstasy mother fuckers) costò loro il boicottaggio radiofonico, ma nonostante tutto continuarono ad avere consensi su consensi e furono votati come migliore band della 1991 dai lettori di Smash Hits.
Nell'aprile 1992 venne realizzato Unexplained E.P., cui seguì cinque mesi dopo Stigma, il loro secondo album che confermò il radicale cambiamento già accennato nel E.P.. L'le sonorità si fecero più complesse e mature, le melodie indie-pop-dance di Lies ed Umbelievable vennero puntualmente sostituite dall'energia delle chitarre di Getting Through ,They're here ed It's You. Ma la stampa iniziò bistrattarli, e le teenagers, non appena ascoltarono allarmate i primi due singoli riempiti da chitarre e cattivo umore, capirono che anche i cinque "wankers" stessero invece cenando è si rifugiarono nelle mani più sicure di Take That ed East 17. Il fiasco commerciale di Stigma prese tutti di sorpresa, bend e produttore (Ralph Jezzard) compresi, e non si sentì più parlare di EMF per più di due anni.
Dopo 30 lunghi mesi è stato finalmente pubblicato Cha Cha Cha, un ambizioso ritorno che si snoda per almeno una mezza dozzina di stili musicali. Oltre a non cancellare totalmente le pesanti chitarre di Stigma e da richiamare parzialmente l'aria festosa di Shoubert Dip. Terzo album risente positivamente della mano del leggendario produttore dance Johnny Dollar che, fra i tanti aveva già lavorato per il debutto dei Massive Attack.
Prfect Day, primo singolo e prima traccia dell'album, ha la pretesa dell'ambizione di fare il verso ai Beastie Boys. il brano si sviluppa il modus di elenco e bizzarro, grazie anche ai kazoo che lo introducono e dal flauto suonato dal cantante James Atkins che viene sostenuto da chitarre distorte e da una melodia talvolta stonata, talvolta estremamente accattivante. Shining, sicuramente uno dei brani più significativi dell'intero album, è una ballata caratterizzata dalla particolare interpretazione vocale di James che ricorda King Iso dei Loverkings e da un bellissimo arrangiamento che riunisce le classiche sonorità pop ad una orchestra ad archi. L'acustica è malinconica Patterns mostra la faccia finora meglio nascoste degli EMF, mentre la mediocre Slouch offre due minuti di sporco hardcore contaminato da goffi campionamenti. Bleeding you dry, uno dei tanti potenziali singoli, e un oscuro brano tecno-pop in Boscoreale. La Plage è dominata dal basso di Zac Foley (che richiama alla mente e lo stile di Flea dei Red Hot Chili Peppers) e dagli urli confusi di Atkins che grida al mondo "I'm a fuckin' living on my surf tip!".
14 brani, ognuno dei quali fa storia a sé, caratterizzati in gran parte da sonorità eccellenti condite da molti temperamenti, non sempre sostenuti da tre estimatori, ma spesso controbilanciati da melodie irresistibili. Cha Cha Cha è una sorta di risposta europea al freddo crossover statunitense, un affollato di musiche diverse in un disco divertente, anche se talvolta sminuito da un peso specifico un po' troppo leggero.
Marco Del Toro


OTTAVO PADIGLIONE-FUORI POSTO
Una storia lunga e singolare quella del gruppo livornese. Dal loro inizio nel 1991, la loro fama è cresciuta di pari passo co l'intensificarsi delle esibizioni. Da un successo prettamente locale, anno dopo anno, gli Ottavo Padiglione sono passati alla notorietà nazionale.
Le loro prime uscite, all'insegna della più intrisa cultura toscana labronica, erano un vero e proprio evento teatrale musicale. Le canzoni erano il pretesto per una scorribanda di parole, gesti, mimiche provocazioni e divertimento. Una singolarità che li ha fatti  sempre essere al di fuori di ogni semplice catalogazione musicale. Il loro rock, non è semplice musica leggera italiana, è una sintesi di avanspettacolo e coniugazione sonora di rock e canzone d'autore, di blues e poesia. Il nome è stato preso in prestito dal numero di reparto di ospedale di Livorno che accoglieva i malati di mente.
Fuori posto è un album che rispecchia la loro vena artistica, esempio di quell'arguzia e vivacità intellettuale propriamente toscana. Brani che parlano, senza mezzi termini, della nostra realtà quotidiana, che denunciano in maniera del tutto originale il disagio sociale della vita . Un affresco impietosito e ironico, una galleria di personaggi emarginati come in "overdose adventure", "Giulio", "paranoid song", le situazioni di alienazione in "Un'altra vita" e "Vitelloni", di amori dissacrati in "sei andata via", "Quando non ci sei" e "Il richiamo della firesta".
Fuori posto è di sicuro un album da ascoltare, ma ancor di più è da vedere un concerto degli Ottavo Padiglione.
 
 
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