John Browning da "Wired" N.1 1993
L'introduzione delle tecniche digitali comporterà necessariamente la
modifica dello stockaggio delle informazioni non solo per quanto riguarda
la privacy individuale, ma anche per quanto attiene la stessa formazione culturale
e scolastica della popolazione mondiale.
Le biblioteche purtroppo in fase di rapido deterioramento fisico (come attesta
la fine polverizzazione che stà accadendo alla Biblioteque National
di Paris), stockeranno digitalmente sempre più informazioni e libri.
Già oggi è possibile accedere ad Internet al sistema finlandese
World Wide Web, che con velocità sorprendente connette gli archivi
elettronici di decine e decine di università sparse nel mondo, rendendo
così possibili analitiche ricerche comparate, altrimenti difficoltose
da fare.
L'intervento di Browning affronta il terreno della consultazione digitale a distanza degli archivi delle biblioteche. Ma dietro l'angolo già si staglia il problema essenziale di come rendere possibile l'accesso a chiunque, evitando di escludere una parte della popolazione delle risorse di tipo culturale, un esclusione tanto più odiosa quanto più connessa a dinamiche relative al mondo del lavoro.
QUAL'E' IL RUOLO DELLE BIBLIOTECHE NELL'ECONOMIA DELL'INFORMAZIONE.
Le più grandi biblioteche del mondo hanno in comune una
grande visione: libri di una volta ammassati in pile nei sotterranei saranno
convertiti e riversati in computere e resi disponibili a chiunque, ovunque,
praticamente in maniera istantanea, su reti ad alta velocità.
Un ricercatore di San Francisco potrebbe, senza lasciare la scrivania, entrare
nel database della British Library per prendere una copia dei "Lindisfame
Gospels", mentre un altro ricercatore a Londra rovista nelle raccolte
della Library Of Congress cercando alcune "Federalist Papers".
Al posto di fortezze della conoscenza, ci sarà un oceano di informazione.
Realizzare questa visione trasformerà le biblioteche da gradini delle
tradizioni in catalizzatori di un ampio cambiamento. Abbattendo i muri che
separano le biblioteche l'una dall'altra e dai loro utenti, i bibliotecari
risolveranno le barriere che separano le biblioteche dagli editori. Si cambierà
l'economia dell'editoria, e con essa la maniera mediante la quale sono divulgate
le idee e si fa cultura.
Il passo cruciale in questo processo è come saranno distribuite, da
parte delle biblioteche, le immagini digitalizzate dei libri e delle riviste.
Nella logica tecnologica, è una cosa banale è ovvia da realizzare.
Oggigiorno, i bibliotecari spendono quantità crescenti di tempo e danno
per duplicare testi dalla carta, o per mandarli ad un ricercatore che risiede
lontano, o per salvarli da decadimento su cui sono stati stampati. Molti di
questi testi erano stati creati in forma elettronica perchè, allora,
dice la logica, non evitare la copia su carta e lavorare direttamente con
la versione elttronica del documento?
Alcune biblioteche stanno già facendo così.
I piani forse, più ambiziosi sono stati valutati alla Biblioteque de
France, la biblioteca nazionale francese. Budget permettendo, si spera di
realizzare copie elettroniche di 100.000 fra le "Opere Canoniche del
Ventesimo Secolo", disponibili elettronicamente in tutta la Francia e
forse, in tutto il mondo. Ma la Biblioteque de France non è sola. A
Boston Spa, nello Yorkshire la British Library offre un servizio per rintracciare
articoli di riviste e altri documenti difficili da reperire. L'anno scorso
ha mandato più di tre milioni di porzioni di testo nel mondo, per di
più fotocopie, ma anche un numero crescente di fax. Al fine di diminuire
il lavoro, del tutto noioso, di duplicare testi, la British Library sta sperimentando
nuove forme di servizi. Ad esempio, invece di ricevere una rivista stampata
dagli editori, ora riceve un Cd-Rom contenente le immagini degli articoli
di cui stampa una copia fedele ogni volta che questa viene richiesta. Tali
iniziative sollevano grosse domande. Se un giorno, qualcuno potesse prelevare
una copia elettronica di un libro qualsiasi da una biblioteca, senza alcun
costo, chi sarebbe spinto a mettere ancora un piede in una libreria? Del resto,
se i libri sugli scaffali elettronici di una biblioteca non fossero gratis,
qualche distinzione rimarrebbe ancora tra una biblioteca, una casa editrice
ed una libreria, ed ancora, cosa rimarrebbe della tradizionale "Raison
d'etre" di una biblioteca, cioè rendere disponibile l'informazione
a chi non può permettersi il suo acquisto?
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