Il Cervello in Funzione comunque è sempre Superiore alla Macchina in Funzione


Riferendosi alla ramanzina del direttore contenuta nel n. 3 della rivista - nella quale si disdegnava la scarsa partecipazione dei soci e si chiedeva una "manina"; ebbene non credo che i miei interventi su questa rivista possano definirsi una "manina", almeno dal punto di vista dell'incolumità giuridica del suddetto Direttore (e amico), comunque...
Vorrei in questa sede accennare, con una lieve nota polemica, alla cosiddetta "sbornia da Internet" con tutte le conseguenze che ne scaturiscono.
Dunque è da qualche tempo che il mondo (inteso nella sua accezzione peggiore) si è reso conto di questa singolare forma di comunicazione che è la rete mondiale Internet (considerata nella sua complessità costituita da BBS legali e vari nodi). Inutile stare a soffermarsi sulla spiegazione della faccenda.
Basti dire che tutti i grandi computer del mondo sono collegati e, tramite essi, si possono scambiare tutte le informazioni e i dati che si vogliono; il che mi pare molto interessante come soluzione lavorativa in mille campi più disparati, per la velocità di trasmissione dei dati e la complessità che questi possono assumere a volontà, dal momento che sono - indipendentamente da questa complessità - a disposizione di chiunque per tutto il tempo che si vuole.
In teoria quindi niente di male e tutto di bene nel disporre di questo fenomenale strumento.
Sennonchè nella pratica le cose sono molto diverse e vediamo un pò perchè.
Quali sono i vizi di approccio ad Internet da parte della maggioranza delle persone e, di conseguenza, i vizi di utilizzo e quali le prospettive nefaste che, ahimè, vedo già apparire nel mio connaturato pessimismo e prevedo peggiori in futuro?
Intanto, come è atteggiamento consueto della popolazione mondiale quando si trova di fronte a qualcosa di cui capisce poco, si è teso ad identificare Internet come una creatura dotata di vita propria.
La proposizione potrà anche sembrare eccessiva nel tono, ma se si pensa a quante volte si sentono affermazioni come "io coni computer non mi ce la dico", "questo maledetto affare si è mangiato tutto il mio lavoro", ci si renderà conto che non stò - come sembrerebbe - farneticando.
L'antropomorfizzazione della rete Internet è il primo degli sbagli che, a mio modo di vedere, si commettono più frequentemente, perchè si tende a scaricare comunque le proprie responsabilità su entità del tutto presunte.
Il secondo punto, che mi fa prevedere prospettive ancor più minacciose, è che lo strumento Internet viene utilizzato sopratutto per scopi del tutto alieni rispetto ai chiari intendimenti di chi ha lavorato per crearlo. Sites religiosi, erotici, pornografici, valanghe di Games, FTP di collezzionisti invadono il sistema ed inevitabilmente lo saturano di porcherie. Un sacco di gente (probabilmente la maggioranza) utilizza il proprio account per perdere tempo e per farlo perdere agli altri.
Si capisce allora il significato di testi letterari di autori della grandezza e lucidità di Bruce Sterling che nelle sue 'Cronache dal basso futuro' di recente pubblicato in Italia da Mondadori, prevede la rete mondiale letteralmente impestata da fanatici religiosi e i pochi che ancora vogliono guadagnare, anzichè fare gli hacker (come nei primi romanzi di Sterling e Gibson) fanno i buoni e vecchi trafficanti di armi e di droga (il tono è scherzoso, ovviamente).
La cosa più grave è che tutta la questione sull'autorità, da più parti richiesta, che dovrebbe disciplinare l'accesso alla rete per quanto attiene all'utilizzo e all'immissione dei dati appare infondata, e ciò per più motivi. Intanto ci si rende conto di come non siamo capaci di disciplinare alcunchè anche a livelli molto più bassi che mondiali (ad esempio non siamo in grado di disciplinare le cannonate che vengono sparate a non più di cento chilometri di distanza da noi, là dove basterebbe molto meno che l'ONU); ci si figuri quindi un'autorità mondiale che deve prendere decisioni così discutibili già in teoria, non diciamo poi nella pratica.
Ma a tagliare la testa al toro (e non a Del Toro, Dio, Allah e Confucio abbiano in gloria il nostro Presidente), secondo chi scrive. c'è un argomento ancora più forte che si risolve nell'impossibilità da parte di qualsiasi autorità di cancellare dalla collettività quei pregiudizi che formano la base dei comportamenti poco sopra analizzati. Non si può instillare alla gente autoritativamente la capacità di discernere tra svago e necessità, tra lavoro e divertimento, tra forme maniacali di conoscenza tecnica (questi mitici ragazzini "geni del computer", in verità pericolosi maniaci e disgraziati prenotati dalla vita) e scienza punto e basta. Ergo non si può fare niente.
Tanto più che gli interessi economici (e torniamo sempre lì) in ballo fanno la loro parte.
E' vero, si, che Internet è praticamente gratis e che con tutta probabilità ufficialmente nessuno ci guadagna, ma andate un pò (come facevo io fino a poco tempo fa) ad andare ad acquistare una rivista con dischetto o CD-ROM. Se non avete un modem e l'account vi sentite pressapoco come si deve sentire un bosniaco che approda a Trieste.
Bè, eravamo pronti a giurare che con la velocità della comunicazione avremmo potuto costruire un mondo più uguale e più giusto; ci ritroviamo con un mondo forse non più ingiusto, ma sicuramente meno portato alla divulgazione della scienza e assai proclive alla perdita di tempo e di energie che sicuramente avrebbero potuto essere utilizzate meglio.

 

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