"IL VERO SPIRITO DEL "DIRITTO D'AUTORE"
In tutti gli stati (civili) esiste un accordo di fatto, fra coloro che studiano
e creano opere Culturali e coloro che sono i destinatari di queste.
Le istituzioni dello stato, a secondo delle loro funzioni si interpongono
fra queste due figure, apparentemente divise, e amministrano questo scambio.
Lo scopo ultimo e predominante di scuole, biblioteche, assessorati, ministeri,e
organi giudiziari sarà quello di promuovere l'l'innalzamento della
civiltà attraverso la coltivazione delle "scienze utili"
di cui artisti, musicisti e scrittori sono i primi rappresentanti.
Essendo questi ultimi gli esploratori, ma al tempo stesso tramandatori della
cultura, lo Stato si prende l'impegno di sollevare gli artisti (di qualunque
campo) dal doversi preoccupare del loro sostentamento e garantendo in qualche
modo che a fronte del loro contributo culturale espresso nella società,
vi sia una "giusta ricompensa" attuata proprio dalle leggi sul diritto
d'autore. In questo modo incoraggiati, gli autori continueranno a fare il
loro ammirevolissimo lavoro e l'intera società ne trarrà giovamento.
Come spesso accade nelle faccende umane, le cose degenerano con il tempo e
quello che nasce da sani principi decade poi in ben'altra cosa. (come quando
la religione cade in mano ai mercanti)
Se teniamo quindi d'occhio IL FINE (quello di promuovere la cultura) e IL
MEZZO (quello di ricompensare gli autori), ci accorgeremo che piano piano
I MEZZI, stanno sostituendosi ai FINI e siamo stati tutti convinti del fatto
che noi abbiamo diritto al nostro PANE-CULTURALE QUOTIDIANO solo se è
vecchio muffito o se lo strapaghiamo quando è un'attimino fresco.
Ma andrebbe ancor bene se la nostra ricompensa andasse veramente al creatore
delle idee.....invece una parte esagerata di soldi si ferma nelle mani degli
"amministratori dei diritti" che fanno lievitare i prezzi e si configura
una ridicola situazione paragonabile al caso in cui, voi comperate un panino
che vale 5.000 lire, e fra voi ed il suo "creatore", si interpone
qualcuno che vi chiede 40.000 lire giustificandosi con il fatto che se lui
vi becca le 40.000 possiamo tutti star certi che il paninaro verrà
pagato ( 2.000 lire di ingredienti fisici e 3.000 di surplus creativo). Tutti
allora potranno dire: ma a me non mi passava per la testa di non pagare il
panino perché le 10.000 (5 per la creazione e 5 per i commercianti)
sono un prezzo giusto per togliersi la fame... sono le 40.000 che non mi va
di pagare!.
A questo punto il cane comincia a mordersi la coda, e piano piano si innesca
una perversa situazione in cui tutti protestano perché l'autore si
sente frodato, l'utente preso per la gola e l'intermediario (con la scusa
di difendere l'autore incazzato) cerca di spremere al meglio i clienti facendo
promuovere leggi repressive che gli consentono di fatto di poter vendere bibite
gassate al prezzo di un buon Brunello invecchiato 5 anni in botti di rovere.......
Ancora una volta il potere economico si trucca di "sani principii"
per vendere merda a prezzi folli (perché in definitiva chi ne soffre
di più è la Qualità della Musica stessa).
Questo impoverisce la gente e la cultura in un paese come il nostro che BASA
la sua immagine nel mondo, principalmente nel ruolo di FARO nel'estetica,
storia ed originalità artistica; potremo continuare a farlo?
Alcune vecchie e sane abitudini ci son pervenute dal passato e le enormi biblioteche
pubbliche esistono per tradizione, che vuole nella letteratura un rispetto
senza pari in arti moderne come cinema, musica e multimedia.
Proprio quando la gente smette di leggere libri, nuovi diritti devono subentrare
a proposito dei nuovi mezzi con cui la Cultura si propaga e nuovi accordi
dovranno esser presi a salvaguardia dello "spirito del DIRITTO D'AUTORE"
cioè il fatto che la cultura è un bene pubblico e non può
essere concentrato in mani private ed ingorde di danaro come invece accade.
(e poi pur essendo ricchissimi si lagnano di continuo....)
Un'altro obbiettivo dello Stato dovrebbe esser quello di favorire le produzioni
artistiche "minori". Il progresso nella musica significa musiche
nuove e originali, un bene pubblico e non privato. Favorire la diversificazione
della cultura, in particolare di prestare attenzione ai nuovi artisti che
non percorrono binari precostituiti ma che percorrono invece lo spazio senza
strade dell'arte.
Per fare questo non possiamo lasciare in mano al mercato il compito di fare
la cernita altrimenti assisteremo sempre più alla commercializzazione
di pochi prodotti, culturalmente bassi ma dai grossi profitti economici.
La nostra Associazione Culturale rientra a grande titolo in ognuna delle situazioni
esposte finora:
* Favoriamo l'accesso alle produzioni minori che non potrebbero raggiungere
la cittadinanza consentendo quindi ad un maggior numero di artisti di farsi
conoscere (l'alto costo dei CD costringe di fatto la gente a fare "un'investimento
sicuro" sui grandi nomi).
* Creiamo di fatto una disponibilità d'opere che il mercato ignora
per una lunga serie di motivi; eccone alcuni:
a) I negozianti acquistano solo quello che sanno di poter vendere.
b) I negozianti, anche se volessero non ritroverebbero le produzioni dismesse
come vecchie raccolte, colonne sonore di film minori, artisti in declino che
non vengono ristampati etc.etc.
c) I negozianti, raramente dispongono di discografie complete, per motivi
di spazio e di ammortamento economico
*Il circolo svolge ne più ne meno il compito di una pubblica biblioteca:
quello di dare alla gente l'opportunità di "consultare" un'opera
senza esserne proprietari esclusivi. (ricordiamo che tutti i libri sono protetti
dal copyright e non di meno vengono dati GRATIS dallo Stato ai cittadini,
evitandogli quindi di doverli comperare per forza come accade per i dischi).
Questo è consentito dal fatto che le biblioteche sono "enti non
commerciali", > COME NOI.<
*Adoperiamo una implicita critica costruttiva sulla politica di sfruttamento
economico delle opere artistiche in cui, principalmente a causa di alcune
multinazionali, i prodotti culturali sono proposti al pubblico ad un prezzo
praticamente insindacabile, senza che vi sia una possibile forma di controllo
o concorrenza.
Al momento si stanno già verificando dei primi segnali positivi sul
mercato che vedono i rivenditori di dischi protestare a vivavoce alla corte
delle case discografiche che riescono ad imporre sovrapprezzi unici al mondo
(ci risulta che esiste un 6% sul trasporto dei dischi e altri balzelli simili
altrettanto ingiustificabili).
In Italia il salario di un operaio si aggira sul milione e mezzo ed un disco
(quando va bene) costa 35.000 Lire se fate un giro in Europa troverete sempre
prezzi ben al di sotto delle 30.000 anche dove si guadagna ben oltre il milione
e mezzo al mese....... come mai ?
In democrazia resta fondamentale il diritto di esprimersi da parte di centinaia
o migliaia di cittadini riunitisi regolarmente come noi, questi possono agire
per difendere i loro interessi economici, culturali, politici o religiosi.
Il buon senso porterebbe chiunque ad accettare una situazione in cui le persone
CONDIVIDONO delle proprietà perché questo porta ad un risparmio
economico e inevitabilmente ad un arricchimento culturale di tutti coloro
che decidono di partecipare liberamente a uno scopo ammirevole: costruire
una banca dati disponibile a tutti, per chi studia, lavora o semplicemente
si diverte; questo vale per le raccolte letterarie e deve valere anche per
la Musica. Le nuove tecniche telematiche portano a questo: "Server"
(distributori) locali che distribuiscono le informazioni.
La nostra Associazione favorisce gli autori minori acquistando le loro opere,
mentre il mercato concentra la sua attenzione quasi esclusivamente sui soliti
nomi .
In fine si ribadisce il concetto fondamentale delle norme sul Diritto d'Autore:
Lo scopo è quello di rendere disponibile alle masse le opere culturali.
Il mezzo è quello di ricompensare adeguatamente i loro autori
Quando pero' la pressione esercitata attraverso il mezzo supera i risultati
si ottiene uno smarrimento del fine cioè: i cittadini non riescono
ad accedere alla cultura come stabiliscono gli articoli: 3 della Costituzione
(Pieno sviluppo della Persona), 9 Costituzione (Pieno Sviluppo della Cultura),
42 Costituzione (Della Proprietà Privata) in quanto chi usa le opere
di proprietà del Circolo ne è a tutti gli effetti proprietario,
e ultimo ma non ultimo art. 18 della Costituzione in cui si statuisce che
i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente e senza autorizzazione
( prima lo fai e poi lo dici) allo scopo di migliorare se stessi e gli altri.
Che al bene di molti si interponga il bene (lèggi: guadagno smodato)
di pochi sarà cosa in cui dovremo confrontarci e che servirà
a migliorare i rapporti reciproci come avviene fra industria e sindacati,
governo ed opposizione,mercato e consumatori, lasciandoci quindi, almeno il
diritto di vivere e di dire la nostra Grazie.
Il Segretario del Circolo Sing Sing Fabio Del Toro.
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