Luciano Libague - Tour'96


Ligabue grazie all'ottima vendita del suo ultimo lavoro e soprattutto all'andamento della tournée ha deciso di prolungare quest'ultima aggiungendo date che non figuravano in sede di programmazione live.
Siamo così andati a vederlo in azione, perché detto tra noi, certi artisti si gustano meglio dal vivo che in salotto oppure in macchina.
Siena non si è scomposta per l'arrivo del rocker emiliano, anzi tutto passava in silenzio come se l'avvento del Liga nazionale fosse da considerarsi ordinaria amministrazione. Persino un'ora prima dell'inizio del concerto non si avvistavano né file al Palasport né schiere di persone in marcia verso di esso; così ce la siamo presa comoda concedendoci qualche vizio in una pizzeria locale.
Ore 21: il Palasport (sede della Mens Sana squadra di bascket senese) si va via via riempiendo, anche se si intravedono spazi bianchi tra la folla. Non si vedono striscioni appesi e non c'è nemmeno la solita musica d'intrattenimento prassi comune di ogni spettacolo musicale, solo il rumore di fondo ci accompagna verso l'inizio, che arriva dopo circa venticinque minuti.
Si parte con il toto-scommesse sulla canzone d'apertura, chi vocifera BUON COMPLEANNO ELVIS, chi ribatte VIVO, MORTO O X; si pensa comunque a un brano d'impatto che scuota l'ambiente e faccia decollare i paganti ed il pagato. Rispettate le previsioni, Ligabue attacca con I RAGAZZI SONO IN GIRO molto significativa per l'occasione. Il Palazzetto si infiamma, le ragazzine cominciano ad urlare a quel bel chiomone nero tipicamente mediterraneo, si accendono le luci del concerto, scrosciano subito i primi applausi. Si va avanti a sorpresa alternando brani morbidi a cadenze dure, tuttavia il tono resta basso (almeno in questa prima parte del cocerto). Il terzo brano è UN FIGLIO DI NOME ELVIS a cui Liga a dedicato l'album eseguito dià ottimamente; ma non c'è tempo per distrarsi seguono via via i figli dell'ultimo album, conditi con qualche ripescamento dalle precedenti pubblicazioni. Splendide VIVO, MORTO O X, uno schiaffo all'indifferenza, CERTE NOTTI, toccante e d'atmosfera, QUELLA CHE NON SEI, sguardo critico all'ipocrisia, VIVA, dedicata alla moglie ecc...
Molto bella e veramente inaspettata PICCOLA STELLA SENZA CIELO e SALVIAMOCI LA PELLE assolutamente attuale. Qui il conccerto ha avuto il suo momento più divertente e originale: Liga stava eseguendo BAR MARIO, il suo cavallo di battaglia, quando sul palco ha fatto la sua comparsa un bancone da Bar su una pedata scorrevole; la band si è fermata interrompendo l'esecuzione del pezzo e tutti si sono messi al bancone a bere, con Mario nella parte ovviamente del barista, mentre il pubblico era in visibilio.
Dopo la bevuta il gruppo e ripartito eseguendo però alcuni pezzi in uno stucchevole Medley: la stessa BAR MARIO, FIGLIO D'UN CANE, SOGNI DI R&R, MARLON BRANDO E' SEMPRE LUI. Ci è sembrato veramente inopportuno da parte del Liga sfumare in un brodino tutti questi brani che gli hanno dato la notorietà, soprattutto BAR MARIO sempre più leggenda e consacrata dal nome del fan club. Chiusa la "scialba" parentesi del medley è stata la volta dell'esecuzione di ballate acustiche (NON E' TEMPO PER NOI su tutte), molto coinvolgenti con il pubblico che cantava insieme a lui.
Dopo un breve pausa il concerto è ripreso a tutto gas con brani velocissimi e scatenati: BALLIAMO SUL MONDO, A CHE ORA E' LA FINE DEL MONDO, eseguiti con tutte le luci accese. Era il preludio al gran finale: Ligabue ha chiuso da maestro esibendo da solo, quasi in mezzo al pubblico, LEGGERO, in una dimensione molto intima e vicinissima allo spettatore. Il tutto per due ore esatte di concerto.
Forse per quarantamilalire valeva la pena eseguire per intero i brani del Medley e completare l'ultimo album (visto che un paio di songs sono rimaste escluse) anche se il ripescaggio di vecchi brani da ogni suo album precedente è stato piacevole. Ed allora mi chiedo: sono forse molte 40000 £ per un concerto del genere da cui è lecito aspettarsi qualcosa in più, oppure devono passare sempre inosservate le tariffe del CD ormai a livelli "da concerto"?

Gianluca Gori di ZONEDOMBRA

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