Ligabue grazie all'ottima vendita del suo ultimo lavoro e soprattutto all'andamento
della tournée ha deciso di prolungare quest'ultima aggiungendo date
che non figuravano in sede di programmazione live.
Siamo così andati a vederlo in azione, perché detto tra noi,
certi artisti si gustano meglio dal vivo che in salotto oppure in macchina.
Siena non si è scomposta per l'arrivo del rocker emiliano, anzi tutto
passava in silenzio come se l'avvento del Liga nazionale fosse da considerarsi
ordinaria amministrazione. Persino un'ora prima dell'inizio del concerto non
si avvistavano né file al Palasport né schiere di persone in
marcia verso di esso; così ce la siamo presa comoda concedendoci qualche
vizio in una pizzeria locale.
Ore 21: il Palasport (sede della Mens Sana squadra di bascket senese) si va
via via riempiendo, anche se si intravedono spazi bianchi tra la folla. Non
si vedono striscioni appesi e non c'è nemmeno la solita musica d'intrattenimento
prassi comune di ogni spettacolo musicale, solo il rumore di fondo ci accompagna
verso l'inizio, che arriva dopo circa venticinque minuti.
Si parte con il toto-scommesse sulla canzone d'apertura, chi vocifera BUON
COMPLEANNO ELVIS, chi ribatte VIVO, MORTO O X; si pensa comunque a un brano
d'impatto che scuota l'ambiente e faccia decollare i paganti ed il pagato.
Rispettate le previsioni, Ligabue attacca con I RAGAZZI SONO IN GIRO molto
significativa per l'occasione. Il Palazzetto si infiamma, le ragazzine cominciano
ad urlare a quel bel chiomone nero tipicamente mediterraneo, si accendono
le luci del concerto, scrosciano subito i primi applausi. Si va avanti a sorpresa
alternando brani morbidi a cadenze dure, tuttavia il tono resta basso (almeno
in questa prima parte del cocerto). Il terzo brano è UN FIGLIO DI NOME
ELVIS a cui Liga a dedicato l'album eseguito dià ottimamente; ma non
c'è tempo per distrarsi seguono via via i figli dell'ultimo album,
conditi con qualche ripescamento dalle precedenti pubblicazioni. Splendide
VIVO, MORTO O X, uno schiaffo all'indifferenza, CERTE NOTTI, toccante e d'atmosfera,
QUELLA CHE NON SEI, sguardo critico all'ipocrisia, VIVA, dedicata alla moglie
ecc...
Molto bella e veramente inaspettata PICCOLA STELLA SENZA CIELO e SALVIAMOCI
LA PELLE assolutamente attuale. Qui il conccerto ha avuto il suo momento più
divertente e originale: Liga stava eseguendo BAR MARIO, il suo cavallo di
battaglia, quando sul palco ha fatto la sua comparsa un bancone da Bar su
una pedata scorrevole; la band si è fermata interrompendo l'esecuzione
del pezzo e tutti si sono messi al bancone a bere, con Mario nella parte ovviamente
del barista, mentre il pubblico era in visibilio.
Dopo la bevuta il gruppo e ripartito eseguendo però alcuni pezzi in
uno stucchevole Medley: la stessa BAR MARIO, FIGLIO D'UN CANE, SOGNI DI R&R,
MARLON BRANDO E' SEMPRE LUI. Ci è sembrato veramente inopportuno da
parte del Liga sfumare in un brodino tutti questi brani che gli hanno dato
la notorietà, soprattutto BAR MARIO sempre più leggenda e consacrata
dal nome del fan club. Chiusa la "scialba" parentesi del medley
è stata la volta dell'esecuzione di ballate acustiche (NON E' TEMPO
PER NOI su tutte), molto coinvolgenti con il pubblico che cantava insieme
a lui.
Dopo un breve pausa il concerto è ripreso a tutto gas con brani velocissimi
e scatenati: BALLIAMO SUL MONDO, A CHE ORA E' LA FINE DEL MONDO, eseguiti
con tutte le luci accese. Era il preludio al gran finale: Ligabue ha chiuso
da maestro esibendo da solo, quasi in mezzo al pubblico, LEGGERO, in una dimensione
molto intima e vicinissima allo spettatore. Il tutto per due ore esatte di
concerto.
Forse per quarantamilalire valeva la pena eseguire per intero i brani del
Medley e completare l'ultimo album (visto che un paio di songs sono rimaste
escluse) anche se il ripescaggio di vecchi brani da ogni suo album precedente
è stato piacevole. Ed allora mi chiedo: sono forse molte 40000 £
per un concerto del genere da cui è lecito aspettarsi qualcosa in più,
oppure devono passare sempre inosservate le tariffe del CD ormai a livelli
"da concerto"?
Gianluca Gori di ZONEDOMBRA
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